Lo stendardo del corvo (Hrafnsmerki in lingua norrena; Hravenlandeye in antico inglese) fu un vessillo utilizzato da diversi capitani vichinghi tra il IX, X e XI secolo. Lo stendardo, disegnato in arte vichinga, era triangolare, con una serie di ciglia, con all'interno un corvo.
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Stendardo del corvo | |
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Proporzioni | triangolare |
Simbolo FIAV | ![]() |
Colori | Pantone Nero Bianco RGB (R:0 G:0 B:0) (R:255 G:255 B:255) |
Uso | militare |
Tipologia | ![]() ![]() Vessillo di guerra dei Re dei mari vichinghi e della Grande armata danese |
Adozione | IX secolo |
Manuale |
Gli studiosi ritengono che il corvo rappresenti Odino, spesso rappresentato accompagnato da due corvi chiamati Huginn e Muninn. L'intento era di spaventare i nemici invocando il potere di Odino.
Lo stendardo del corvo fu usato da alcuni capi vichinghi, ricordati dalle saghe norrene, come i figli di Ragnarr Loðbrók.
La prima menzione di una forza vichinga che portava questo simbolo è nella Cronaca anglosassone ("Chronicum saxonicum", 878):
(NON)
«7 þæs ilcan wintres wæs Inweres broðor 7 Healfdenes on Westsexna (on) rice mid .xxiii. scypa, 7 hine man þær ofsloh 7 .dccc. manna mid him 7 .lx. manna his heres, 7 þær wæs se guþfana genumen ðe hie Hręfn heton.» |
(IT)
«E in questo stesso inverno ci fu il fratello di Ívarr e di Halfdan nel Wessex in Devonshire, con 23 navi e là l'uomo fu ucciso e 800 uomini con lui e 60 uomini del suo esercito, e fu preso il pennone da guerra che loro chiamavano Corvo.» |
("Chronicum saxonicum", Versione B: Cronaca di Abingdon I, 879, (British Museum, Cotton MS. Tiberius A vi)) |
Nella Vita di Alfredo re Anglo-Sassone ("Vita Ælfredi regis Angul Saxonum", 893, del monaco Johannes Asser della Cattedrale di St David's) si conferma la presenza dello stendardo del corvo nella Grande armata danese e ne aggiunge il suo valore magico (seiðr), di natura totemica ed oracolare:
(LA)
«[V]exillum quod reafan vocant. Dicunt enim quod tres sorores Hungari et Habbae, filiae videlicet Lodebrochi illud vexillum texuerunt, et totum paraverunt illud uno meridiano tempore. Dicunt etiam quod in omni bello, ubi praecederet idem signum, si victoriam adepturi essent, appareret in medio signi quasi corvus vivus volitans; sin vero vincendi in futuro fuissent, penderet directe nihil movens: et hoc saepe probatum est.» |
(IT)
«Vessillo che chiamano reafan. Si racconta che le tre sorelle di Hungarus e Habba, figlie di Loðbrók tesserono quel vessillo, e lo resero pronto nel tempo di una mezza giornata. Dicono anche che in tutte le battaglie, dove sono preceduti da quel segno, se si giunge a vittoria, appare al centro dello stendardo un corvo, quasi vivo, con ali spiegate; se invece non si ha vittoria esso per nulla si muove: e ciò è sempre stato provato» |
(Grimm ch. 35) |
Nell'Encomio della Regina Emma ("Encomium Emmae Reginae", del Monaco dell'Abbazia di San Bertino, 1041/1042), si menziona il vexillum del corvus e che era bianco di seta:
(LA)
«Recedente vero brumali tempore, tota quadragesima rursus militiam adunavit, et mox post pascales dies regem et Danos a finibus Anglorum deturbare paravit, et veniens cum innumerabili multitudine, eos subito cogitavit invadere. |
(IT)
«Poiché aveva perso, tuttavia, la stagione dell'inverno, d'altra parte tutta la Quaresima radunò le forze, i Danesi dal paese degli Angli, e poi dopo aver tentato di espellere il re, e il tempo pasquale, e al mio arrivo, con innumerevoli moltitudini insieme, progettarono un attacco improvviso. |
(Encomium Emmae Reginae", Liber Secundus, Paragrafo 9, 1041/1042 (Georg Heinrich Pertz, "Cnutonis regis Gesta sive Encomium Emmae reginae auctore monacho S. Bertini", Impensis Bibliopolii Hahniani, Hannover, 1865, Pagg. 17-19)) |
Questo racconto è ripetuto anche negli Annali di San Neot ("Annales Sancti Neoti", 1120/1140):
(LA)
«Dicunt enim quod tres sorores Hynguari et Hubbe, filie uidelicet Lodebrochi, illud uexillum tex'u'erunt et totum parauerunt illud uno meridiano tempore. Dicunt etiam quod, in omni bello ubi praecederet idem signum, si uictoriam adepturi essent, appareret in medio signi quasi coruus uiuus uolitans; si uero uincendi in futuro fuissent, penderet directe nichil mouens - et hoc sepe probatum est.» |
(IT)
«Dicono infatti che tre sorelle di Hynguarus e Hubbe, vale a dire figlie di Lodebrochus, quel vessillo tesserono e tutto pronto quello in mezza giornata. Dicono anche che, in ogni guerra quando dovrebbe essere preceduto dal stesso segno, se la vittoria li favoriva, appariva nel centro un segno come un corvo che vivo volava; se veramente fossero vinti in futuro, le chiuderebbe direttamente senza muoversi - e questo spesso è stato provato.» |
("Annales Sancti Neoti", 1120/1140, R.7.28 (Trinity College, Cambridge)) |
Nella Storia degli Inglesi ("Estoire des Engleis", 1140, di Geffrei Gaimar), si menziona il gumfanum Raven portato dall'armata di Ubbe nella Battaglia di Cynuit (878):
(XNO)
«Sovent oscist dé lur asquanz: |
(IT)
«Sovente uccise dei loro nemici: |
(Geffrei Gaimar, "Estoire des Engleis", vv. 3144-3156, 1140, (Geffrei Gaimar, "Estoire des Engleis – History of the English", traduzione di Ian Short, Oxford University Press, Oxford, 2009, Pag. 172, ISBN 978-0-19-956942-7)) |
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