Come altre famiglie feudali gli Azzoni Avogadro dovrebbero avere origini tedesche e, secondo la tradizione, sarebbero imparentati con la dinastia ottoniana[1].
La famiglia ebbe un ruolo cruciale nel governo del comune di Treviso, in particolare con Alteniero III, ucciso da Guglielmo III da Camposampiero durante una congiura organizzata da Guecello Tempesta (5 gennaio 1327)[2].
Con l'avvento della Repubblica di Venezia venne istituito il Consiglio nobile trevigiano (1388) e gli Azzoni vi vennero compresi subito[1][3]. Il 29 marzo del 1389 il vescovo Nicolò Beruti, su raccomandazione del defunto doge Andrea Contarini, nominò Alteniero di Rizzolino e i suoi discendenti avogari, cioè amministratori dei beni diocesani[4]. Di qui l'aggiunta dell'appellativo "Avogadro" o "Avogaro" al cognome e la concessione di un feudo esteso tra Noale, Trebaseleghe, Zeminiana, Briana, Mazzacavallo[5] e Stigliano. Questi possedimenti furono riconosciuti, assieme al titolo comitale, anche dal governo veneziano il 4 maggio 1764[1][3].
Tutti i titoli della famiglia furono riconosciuti dal governo austriaco con le SS. RR. 1º agosto e 10 ottobre 1819[1][3] e dal governo italiano con il D. M. 8 ottobre 1897[1].
Alla famiglia Azzoni Avogadro è altresì attribuita la realizzazione del palazzo gotico che si trova nel centro storico di Treviso, denominato Ca' dei Ricchi.
Membri illustri
Alteniero III degli Azzoni, politico
Alteniero V degli Azzoni, militare
Girolamo degli Azzoni Avogaro (1467 – 1519), letterato
Guglielmo degli Azzoni Avogaro (1579 - 1669), militare
Rambaldo degli Azzoni Avogaro (1716 – 1790), storico
Villa Onigo, Calergi Grimani, Avogadro degli Azzoni (XVI secolo) a Lanzago di Silea; realizzata dai Corner e passata poi ad altri proprietari, fu acquistata dagli Azzoni nel 1639[8].
Villa Crico, Avogadro degli Azzoni (XVII secolo) a Bivai di Santa Giustina[12].
Villa Avogadro degli Azzoni, detta "Seravella" (XIX secolo) a Cesiomaggiore; fu costruita dagli Azzoni Avogadro ai primi dell'Ottocento, ma la famiglia aveva proprietà nella zona sin dal 1646[13].
Note
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Vol. I, Milano, 1928-1936, p.459.
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