I Tasca furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case fatte per soldo.
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Stemma dei Tasca | |
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Pare che i Tasca fossero originari di Bergamo[1], e appartenessero al ceto mercantile della Repubblica di Venezia.
Un ramo di questa casa si trasferì a Venezia, dove esercitò con grande profitto la mercatura dei tessuti, particolarmente degli zambellotti[1][2], ma anche della seta, del lino e della lana[3]. Erano proprietari di alcuni palazzi e botteghe che si trovavano prevalentemente concentrati nel sestiere di San Marco, ovvero a San Bartolomeo e a San Giuliano; possedevano sin dal 1648, inoltre, alcuni opifici per la macinazione dell'orzo e la lavorazione del lino, e segherie per la lavorazione del legname diretto nella capitale attraverso il Lemene[3]. Avevano, infine, relazioni commerciali in Spagna con la famiglia Bucareli, marchesi di Vallehermoso[3].
Nel 1646[1][4], a seguito del versamento all'erario pubblico dei 100.000 ducati previsti, in occasione della guerra di Candia contro i Turchi, Annibale di Nicolò Tasca ottenne per sé e per la propria famiglia l'aggregazione al corpo patrizio della città lagunare e l'ingresso al Maggior Consiglio[3].
I Tasca si estinsero verso la metà del secolo XVIII, verosimilmente tra il 1734 e il 1760[4], forse nel 1750, in un Giulio di Annibale Tasca che fu membro della Quarantia e Senatore. Eredi furono i figli della di lui sorella Angela Maria, andata in sposa nel 1688 a Giovanni di Marsilio dei patrizi Papafava[1]. La famiglia non ha nulla a che fare con i Mastrogiovanni Tasca d'Almerita di Palermo.
Esistono, inoltre, una Fondamenta Tasca o Papafava e una Calle Tasca o Mussatto in sestiere Castello, a Venezia.
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